Il sito archeologico dell'antica Locri Epizefiri si trova
nella provincia di Reggio Calabria, a pochi chilometri dal
luogo in cui sorge la moderna Locri. Non è, però, il luogo
nel quale i primi coloni greci sbarcarono. Essi, infatti,
approdarono dapprima nella baia adiacente capo Zefirio
(antica denominazione del promontorio, oggi chiamato capo
Bruzzano, che deriva - come ci spiega Strabone - dalla
caratteristica presenza dello Zefiro, il vento occidentale), per poi spostarsi, dopo alcuni
anni, verso nord, dando luogo alla fondazione della città
vera e propria sul colle Epopis.
Lo sbarco dei coloni avvenne presso il capo Zefirio
probabilmente perché questo, come ci riferisce la tradizione
storica, era un luogo utilizzato abitualmente sia da
mercanti che da navigatori greci; gli uni lo utilizzavano
per scambi commerciali con le popolazioni indigene, gli
altri come approdo per una semplice sosta o per
rifornimento. Era quindi una zona ben conosciuta dai nuovi
arrivati greci.
Dopo essersi accampati presso il capo Zefirio, i coloni
incominciarono ad intrattenere rapporti sempre più stretti
con le popolazioni indigene (Siculi),
stipulando con esse anche numerosi patti di pace. Nel
contempo, i coloni incominciarono anche l'esplorazione dei
territori più a nord, rendendosi ben presto conto che erano
più favorevoli allo sviluppo della nuova polis. In
particolare la loro attenzione si rivolse alla zona costiera
che si trovava ai piedi dell'abitato indigeno di Ianchina
(che è il nome odierno della zona), molto più fertile e
ricco di acque delle colline intorno a capo Zefirio.
Decisero, quindi, che quella sarebbe stata la sede
definitiva della loro colonia. Ma per portare avanti il proprio progetto,
i coloni dovettero ben presto venir meno agli accordi che avevano
in precedenza stipulato con le popolazioni indigene. E per poter far questo, secondo
quanto ci riferisce Polibio, i Locresi ricorsero ad uno stratagemma:
[…] ἦ μὴν εὐνοήσειν αὐτοῖς καὶ κοινῇ τὴν χώραν ἕξειν, ἕως ἂν
ἐπιβαίνωσι τῇ γῇ ταύτῃ καὶ τὰς κεφαλὰς ἐπὶ τοῖς ὤμοις
φορῶσι. τοιούτων δὲ τῶν ὅρκων γινομένων φασὶ τοὺς Λοκροὺς
εἰς μὲν τὰ πέλματα τῶν ὑποδημάτων ἐμβαλόντας γῆν, ἐπὶ δὲ
τοὺς ὤμους σκόρδων κεφαλὰς ἀφανεῖς ὑποθεμένους οὕτως
ποιήσασθαι τοὺς ὅρκους, κἄπειτα τὴν μὲν γῆν ἐκβαλόντας ἐκ
τῶν ὑποδημάτων, τὰς δὲ κεφαλὰς τῶν σκόρδων ἀπορρίψαντας μετ᾽ οὐ
πολὺ καιροῦ παραπεσόντος ἐκβαλεῖν τοὺς Σικελοὺς ἐκ τῆς χώρας.
"(I Locresi erano stati accolti dai Siculi a patto)
che promettessero di condividere il territorio finché
avessero camminato sulla stessa terra ed avessero portato la
testa sulle spalle. Si dice, però, che i Locresi
pronunciarono il giuramento dopo aver cosparso di terra la
suola interna delle loro scarpe ed aver posto sulle spalle,
ben nascoste, delle teste d'aglio. Poco dopo essi tolsero la
terra dalle scarpe, gettarono via le teste d'aglio e
scacciarono i Siculi dalla regione."
(Polibio, Storie XII, 6, 3).
In breve tempo, quindi, la popolazione indigena
venne sconfitta e costretta alla fuga ed
i coloni Locresi (siamo a cavallo tra la fine del
VIII sec a.C. ed i primi anni del VII sec. a.C.) poterono
finalmente iniziare a costruire la loro città, 25 Km più a
nord del luogo dove erano sbarcati tempo prima.
Nel nome della città restò, comunque, il riferimento al
luogo dell'approdo; Oi Lokroi Oi Epizephyrioi
è infatti una forma plurale, riferita agli abitanti della
città, e che può essere così tradotta: I Locresi che
abitano presso lo Zefirio.
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Locri Epizefiri si trova in Italia |
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Nella regione Calabria |
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Sulla costa ionica reggina |
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