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Riportato alla luce da Paolo Orsi durante la campagna di
scavi che nel 1910 interessò l'area del tempio detto di
"Casa Marafioti", questo notevole gruppo statuario
in terracotta policroma, raffigurante un giovane cavaliere
sostenuto da una sfinge, è stato datato dagli studiosi alla
seconda metà del V sec. a.C. e, come già ipotizzato dallo
stesso Orsi, faceva probabilmente parte della decorazione
acroteriale del
Tempio di "Casa Marafioti".
[...] non è da dubitare che esso decorasse il sommo fastigio
del tempio e fosse disposto lungo l'asse principale del
colmo del tetto; era cioè un acroterio principe [...]
(Paolo Orsi, Notizie degli scavi di antichità, Serie V, Vol. VIII - Supplemento 1911 - Roma 1912, Pag. 47)
Relativamente all'identificazione del giovane cavaliere, si
tende a supporre che possa trattarsi di un dioscuro, come del resto già
proposto dall'Orsi all'indomani della scoperta; tale identificazione è
considerata come molto probabile anche dagli studiosi contemporanei, vista
però l'esistenza di alcune questioni interpretative ancora aperte, si
preferisce indicare l'opera come Efebo Cavalcante o Giovane Cavaliere,
detto anche Cavaliere di Marafioti. |
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Sotto la guida dell'Orsi, già negli anni successivi
alla scoperta, l'opera (che, va ricordato, al momento del rinvenimento
giaceva in più di 180 pezzi di varie dimensioni) venne ricomposta e fu
interessata da un primo restauro mediante il quale si provvide
all'integrazione degli elementi che risultavano mancanti.
In seguito fu l'oggetto di piccoli e sporadici interventi di
natura conservativa, ma solo grazie alla recente (giugno
2015-marzo 2016) minuziosa opera di restauro svolta da
Giuseppe Mantella e Sante Guido, con la direzione di
Simonetta Bonomi (responsabili scientifici del progetto
Rossella Agostino e Maurizio Paoletti) è stato possibile far
riemergere l'antico splendore del Cavaliere Marafioti e,
contestualmente, tributare il giusto apprezzamento al suo
ignoto autore.
Oggi l'opera può essere ammirata
presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria dove è esposta
insieme ad altri reperti provenienti sempre dal
Tempio di "Casa Marafioti".
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