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Queste sculture, fra le più notevoli della Magna Grecia,
vennero rinvenute da Paolo Orsi durante la campagna di scavi
del 1890-91; esse costituivano la decorazione scultorea
della fronte occidentale del Tempio di contrada Marasà,
anche se non si è ancora stabilito con certezza quale fosse
la loro precisa collocazione, se come acroterii alle
estremità opposte del tetto o come decorazione posta all'interno del timpano.
GRUPPO DEI DIOSCURI
(Immagine tratta da G. Incorpora - Locri Antica e Gerace, Ponte Nuovo Editrice, Bologna 1980 - II Edizione - pag. 93)
Le
statue, che risalgono alla fine del V sec. a.C. o al
principio del IV sec. a.C., sono in marmo proveniente
dall'isola di Paro; il gruppo di destra è quello meglio
conservato (anche se la testa venne ritrovata da Alfonso De Franciscis
solo nel 1956), mentre del
gruppo di sinistra restano solo poche parti originali,
integrate da un restauro di inizio '900 in gesso
chiaro.
Ai due Dioscuri è stata affiancata un'altra scultura,
rinvenuta durante scavi antecedenti a quelli che hanno
portato alla loro scoperta, che dovrebbe rappresentare o
una nereide (divinità marina che richiamerebbe i due
tritoni che sorreggono i cavalli dei Dioscuri) o una
Vittoria (ipotizzando, quindi, che la composizione del
gruppo venne realizzata per ricordare la vittoria dei
locresi nella battaglia della Sagra, durante la quale,
secondo la leggenda, gli stessi Dioscuri combatterono a fianco dei
locresi, conducendoli verso la vittoria).
GRUPPO DEI DIOSCURI (particolare)
(Immagine tratta da G. Incorpora - Locri Antica e Gerace, Ponte Nuovo Editrice, Bologna 1980 - II Edizione - pag. 93)
In realtà, gli studiosi non sono certi della reale
appartenenza di quest'ultima statua al gruppo decorativo del
tempio, anche se, comunque, al museo nazionale di Reggio
Calabria, essa viene esposta tra i due Dioscuri formando con essi un unico gruppo scultoreo.
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MITOLOGIA
I Dioscuri sono i gemelli Castore e Polluce, figli di Zeus e di
Leda e fratelli di Elena e di Clitennestra. Leda, che era moglie di
Tindaro, re di Sparta, nella stessa notte si unì al marito ed a
Zeus: nacquero così due coppie di gemelli, Polluce
ed Elena da Zeus, dunque immortali, e Castore e
Clitennestra, attribuiti a Tindaro e quindi mortali.
Un'altra versione del mito vuole, invece, che Leda si
fosse unita a Zeus, trasformatosi in cigno, e partorì
due uova giganti, da cui uscirono le due coppie di gemelli.
Castore era un guerriero, abilissimo domatore di
cavalli, mentre Polluce era il più valente tra i
pugili. Insieme compirono numerose imprese, fra le
quali la liberazione di Elena, rinchiusa da Teseo
nella fortezza di Afidna, l'intervento alla caccia del
cinghiale di Calidonio o la partecipazione alla spedizione degli Argonauti.
Innamoratisi, rapirono le sacerdotesse Ilaria e Febe,
le quali, però, erano state promesse in sposa ai cugini Ida e
Linceo che, quindi, per le fanciulle, si scontrarono con i Dioscuri. Nella
contesa, Castore morì ucciso da Ida, mentre Polluce
uccise Linceo. Intervenne quindi Zeus, il quale uccise
Ida e portò Polluce in cielo. Ma Polluce rifiutò
l'immortalità a meno che non venisse concessa anche al fratello. Allora Zeus stabilì che vivessero a
turno un giorno in cielo ed un giorno nell'Ade.
Nel cielo, Castore e Polluce, formano la costellazione dei Gemelli.
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