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LOCRI EPIZEFIRI



Salvatore La Rosa
WWW.LOCRIANTICA.IT Benvenuti in Magna Grecia REPERTI

I PINAKES

I pinakes rappresentano uno degli esempi artistici più alti e raffinati che il mondo della Magna Grecia ci ha tramandato e la loro importanza è tale che lo stesso Paolo Orsi, riferendosi ad essi, affermava che: "Bastano i celebri pinakes, fonte inesauribile di indagini per gli studiosi della religione e dei culti, per fare la gioia degli artisti e la gloria di un museo".

Persefone apre la Cesta Mistica
PERSEFONE APRE LA CESTA MISTICA

(Immagine tratta da G. Incorpora - Locri Antica e Gerace,
Ponte Nuovo Editrice, Bologna 1980 - II Edizione - pag. 47)

Offerta del Corredo
OFFERTA DEL CORREDO

(Immagine tratta da G. Incorpora - Locri Antica e Gerace,
Ponte Nuovo Editrice, Bologna 1980 - II Edizione - pag. 47)

Rinvenuti in frantumi (secondo il costume rituale dell'epoca) all'interno di grandi depositi votivi riportati alla luce durante gli scavi condotti presso il Santuario della Mannella (dal nome odierno del luogo alle cui pendici sorgono i suoi resti), i pinakes sono delle sottili tavolette rettangolari in terracotta, decorate a basso rilievo, risalenti ad un periodo compreso tra il 490 ed il 450 a.C.

Ratto di Persefone
RATTO DI PERSEFONE

(Immagine tratta da L. Costamagna e C. Sabbione - Una città in Magna Grecia Locri Epizefiri,
Laruffa Editore, Reggio Calabria 1990 fig. 62)

Legati ai rituali del culto che si svolgevano presso il Santuario, conosciuto in tutto il mondo greco con il nome di Persephoneion, non sorprende che in gran parte essi rappresentino scene relative al mito di Persefone, anche se non mancano esempi nei quali protagoniste sono anche altre divinità, quali Afrodite.

Persefone e Ade in Trono
PERSEFONE E ADE IN TRONO

(Immagine tratta da G. Incorpora - Locri Antica e Gerace,
Ponte Nuovo Editrice, Bologna 1980 - II Edizione - pag. 47)

Ratto di Persefone (altra rappresentazione)
RATTO DI PERSEFONE (altra rappresentazione)

(Immagine tratta dall'archivio privato del Prof. G. Incorpora)

MITOLOGIA

Persefone è la figlia di Zeus e di Demetra. Di lei si innamorò Ade che, in assenza di Demetra, la rapì nei pressi del lago di Pergo mentre stava raccogliendo fiori e la portò nell'Averno.

Demetra, in preda alla disperazione, la cercò ovunque finché, con la complicità di Elios, riuscì a scoprire il nome del colpevole.

Adirata si rivolse allora a Zeus per riavere la figlia ma, poiché Persefone, mangiando alcuni chicchi di melograno, aveva rotto il digiuno che le avrebbe permesso il ritorno sulla terra, la sua richiesta non fu esaudita.

Demetra, dea del raccolto, minacciò allora di rendere infruttuosa la terra, e Zeus, preoccupato per quanto stava accadendo, fece si che si raggiungesse un compromesso, e cioè che Persefone rimanesse per sei mesi (coincidenti con autunno ed inverno) con Ade e per sei mesi (primavera ed estate) con la madre. (Secondo un'altra versione del mito: per un terzo dell'anno con Ade e per due terzi con Demetra).

Dal momento del suo rapimento Persefone divenne la dea degli inferi, chiamata dai greci anche con il nome di Core (da cui il nome delle feste a lei dedicate le cosiddette Coreie).

I romani la identificarono con Proserpina.

Visto il gran numero di pinakes recuperati, ed il loro stato spesso di difficile lettura, ancora oggi la loro classificazione non può dirsi completa. La maggior parte di essi, comunque, può essere ammirata presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria, mentre altri sono oggi esposti presso il Museo Archeologico Nazionale Di Locri Epizefiri.

     
     

 

 
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